Upsens: quando il talento diventa Startup innovativa
Optoi è un gruppo che dà spazio al talento. Non è uno slogan, ma una scelta precisa, ponderata, finalizzata a offrire a ciascun collaboratore l’opportunità di crescere da un punto di vista lavorativo e umano. La vera forza di un gruppo, del resto, sono le persone che in esso lavorano, e i loro valori; e questo è ancora più vero nell’era dell’Industria 4.0, segnata — come ha spiegato il presidente di Optoi Group, Alfredo Maglione, su questo blog — dalla centralità delle risorse umane, e dei valori.
Ketty Paller lavora in Optoi come responsabile risorse umane e vendite, però dal 2016 è anche CEO di una startup innovativa, UpSens, specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio ambientale. Il percorso professionale della collega, che è partita proprio da Optoi per creare quello che all’inizio era un progetto basato sul know-how Optoi, ma che rapidamente si è trasformato in un’azienda a sé, con un proprio management e un team molto affiatato, è la concreta dimostrazione della validità della filosofia HR del gruppo. In questo blog post mi sono confrontato con Ketty, che ha raccontato volentieri alcune tappe della sua storia, e di quella di UpSens.
Ketty Paller lavora in Optoi come responsabile risorse umane e vendite, però dal 2016 è anche CEO di una startup innovativa, UpSens, specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio ambientale. Il percorso professionale della collega, che è partita proprio da Optoi per creare quello che all’inizio era un progetto basato sul know-how Optoi, ma che rapidamente si è trasformato in un’azienda a sé, con un proprio management e un team molto affiatato, è la concreta dimostrazione della validità della filosofia HR del gruppo. In questo blog post mi sono confrontato con Ketty, che ha raccontato volentieri alcune tappe della sua storia, e di quella di UpSens.
Optoi è un gruppo high-tech che dà molto spazio al talento. Nel tuo caso Ketty come si è concretizzata questa grande attenzione al potenziale delle persone?
L’origine di UpSens stessa è una testimonianza di questa attenzione. Perché il progetto che poi si sarebbe trasformato in UpSens nacque da una mia proposta, fatta durante un meeting del team di innovazione (aperto, per volontà dell’azienda, sia a collaboratori con competenze tecniche, che a collaboratori con competenze amministrative, di marketing e di HR). Durante il meeting proposi di usare il know-how e l’esperienza di Optoi nella sensoristica anche per sviluppare nuova tecnologia finalizzata al miglioramento della qualità della vita delle persone nella loro quotidianità.
L’idea piacque, nonostante il modello di business dell’azienda si focalizzasse sui sensori a uso industriale, e fu data a me e ad alcuni colleghi particolarmente entusiasti l’opportunità di portare avanti il progetto, potendo contare sul sostegno — molto concreto — di Optoi, per esempio in termini di spazi messi a disposizione, di attrezzature aziendali, di supporto nella realizzazione dei primi prototipi. E naturalmente quando il progetto ha iniziato a prendere forma, Optoi ha investito anche risorse finanziarie nello sviluppo di una prima serie di dispositivi.
L’origine di UpSens stessa è una testimonianza di questa attenzione. Perché il progetto che poi si sarebbe trasformato in UpSens nacque da una mia proposta, fatta durante un meeting del team di innovazione (aperto, per volontà dell’azienda, sia a collaboratori con competenze tecniche, che a collaboratori con competenze amministrative, di marketing e di HR). Durante il meeting proposi di usare il know-how e l’esperienza di Optoi nella sensoristica anche per sviluppare nuova tecnologia finalizzata al miglioramento della qualità della vita delle persone nella loro quotidianità.
L’idea piacque, nonostante il modello di business dell’azienda si focalizzasse sui sensori a uso industriale, e fu data a me e ad alcuni colleghi particolarmente entusiasti l’opportunità di portare avanti il progetto, potendo contare sul sostegno — molto concreto — di Optoi, per esempio in termini di spazi messi a disposizione, di attrezzature aziendali, di supporto nella realizzazione dei primi prototipi. E naturalmente quando il progetto ha iniziato a prendere forma, Optoi ha investito anche risorse finanziarie nello sviluppo di una prima serie di dispositivi.
Optoi ha quindi fatto, nel caso di UpSens, un triplice investimento: un investimento di risorse umane, un investimento finanziario e un investimento tecnologico.
Esatto.
Chi era coinvolto oltre a te?
Inizialmente tutto il team di progettazione di Optoi. Si partì infatti con un progetto di fattibilità tecnico-economica, in modo da capire quali potessero essere i sensori più utilizzabili in un contesto di vita quotidiana, e quali fossero tecnicamente più fattibili e avessero un minor time-to-market. Ovviamente dovevamo prendere in considerazione le analisi di mercato e i needs dei consumatori rispetto ai parametri che la nostra tecnologia era in grado di rilevare.
Per esempio avevamo in-house le competenze per realizzare un sensore in grado di misurare la qualità dell’acqua. Si trattava di un progetto molto ambizioso, che richiedeva investimenti importanti, e che probabilmente il mercato in quel periodo non era ancora pronto a recepire. Alla fine selezionammo sensori interessanti per i consumatori, con tempi di sviluppo alquanto contenuti, in modo da poter effettuare i primi test reali sul mercato tramite dei prototipi.
Qual è stato il punto di partenza del progetto, a livello di competenze tecnologiche?
Siamo partiti dalle competenze tecnologiche del team, che erano quelle necessarie ai progetti Optoi, inerenti lo sviluppo di circuiti stampati, la caratterizzazione e lo sviluppo dei sensori stessi, la realizzazione del firmware ecc. A queste competenze di base si aggiunsero poi nuove competenze in ambito IoT, su protocolli di comunicazione che consentissero di realizzare dei prodotti stand-alone, e allo stesso tempo in grado di collegarsi a uno smartphone.
E questo conferma la duttilità del know-how del nostro gruppo.
Certo. Naturalmente quello che era partito come un progetto pian piano si è trasformato (nella primavera del 2016) in una startup a sé stante, con un team di tre persone: Marco Facchini, Daniele Cortellazzi e la sottoscritta. Noi tre siamo i soci co-fondatori di UpSens, insieme ad Optoi. In seguito si è pure aggiunto il contributo importante di diversi nuovi soci.
Grazie al crowdfunding.
Esatto. Abbiamo lanciato un round di equity crowdfunding (conclusosi con successo) tra l’aprile e il dicembre del 2016. E in seguito sono entrati altri quattro soci.
Qual è stato il contributo di Alfredo, presidente del gruppo Optoi?
In una parola? Importantissimo. Lui è un “innovatore concreto” con un forte background di tipo tecnico-scientifico e una grandissima capacità di visione. Ed è un protagonista di primo piano dell’ecosistema trentino dell’innovazione. È il genere di presidente che ti aiuta a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non ha paura di affrontare sfide particolarmente impegnative. Ci ha sempre spronato, nella convinzione che chiunque può fare le cose semplici; sono però le cose difficili che consentono davvero di fare la differenza!
Esatto.
Chi era coinvolto oltre a te?
Inizialmente tutto il team di progettazione di Optoi. Si partì infatti con un progetto di fattibilità tecnico-economica, in modo da capire quali potessero essere i sensori più utilizzabili in un contesto di vita quotidiana, e quali fossero tecnicamente più fattibili e avessero un minor time-to-market. Ovviamente dovevamo prendere in considerazione le analisi di mercato e i needs dei consumatori rispetto ai parametri che la nostra tecnologia era in grado di rilevare.
Per esempio avevamo in-house le competenze per realizzare un sensore in grado di misurare la qualità dell’acqua. Si trattava di un progetto molto ambizioso, che richiedeva investimenti importanti, e che probabilmente il mercato in quel periodo non era ancora pronto a recepire. Alla fine selezionammo sensori interessanti per i consumatori, con tempi di sviluppo alquanto contenuti, in modo da poter effettuare i primi test reali sul mercato tramite dei prototipi.
Qual è stato il punto di partenza del progetto, a livello di competenze tecnologiche?
Siamo partiti dalle competenze tecnologiche del team, che erano quelle necessarie ai progetti Optoi, inerenti lo sviluppo di circuiti stampati, la caratterizzazione e lo sviluppo dei sensori stessi, la realizzazione del firmware ecc. A queste competenze di base si aggiunsero poi nuove competenze in ambito IoT, su protocolli di comunicazione che consentissero di realizzare dei prodotti stand-alone, e allo stesso tempo in grado di collegarsi a uno smartphone.
E questo conferma la duttilità del know-how del nostro gruppo.
Certo. Naturalmente quello che era partito come un progetto pian piano si è trasformato (nella primavera del 2016) in una startup a sé stante, con un team di tre persone: Marco Facchini, Daniele Cortellazzi e la sottoscritta. Noi tre siamo i soci co-fondatori di UpSens, insieme ad Optoi. In seguito si è pure aggiunto il contributo importante di diversi nuovi soci.
Grazie al crowdfunding.
Esatto. Abbiamo lanciato un round di equity crowdfunding (conclusosi con successo) tra l’aprile e il dicembre del 2016. E in seguito sono entrati altri quattro soci.
Qual è stato il contributo di Alfredo, presidente del gruppo Optoi?
In una parola? Importantissimo. Lui è un “innovatore concreto” con un forte background di tipo tecnico-scientifico e una grandissima capacità di visione. Ed è un protagonista di primo piano dell’ecosistema trentino dell’innovazione. È il genere di presidente che ti aiuta a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non ha paura di affrontare sfide particolarmente impegnative. Ci ha sempre spronato, nella convinzione che chiunque può fare le cose semplici; sono però le cose difficili che consentono davvero di fare la differenza!
A proposito di fare la differenza… Qual è stato il tuo percorso, Ketty?
Ho iniziato lavorando nell’amministrazione e nell’ufficio acquisti di Optoi, per poi diventare responsabile risorse umane e vendite. Al contempo sono la CEO di UpSens.
Il tuo è un background umanistico-linguistico, ma oggi gestisci un team di ingegneri. Ancora una volta possiamo dire che Optoi dà spazio al talento.
Sì, in Optoi ho avuto opportunità che non si presentano in tutte le aziende. Anzi, penso sia relativamente poco comune offrire un simile spazio all’iniziativa di una singola persona. E questo mi ha consentito di trasformare in un nuovo lavoro la mia passione per la tecnologia al servizio del benessere della persona, e di coniugarla con i quindici anni di esperienza professionale in Optoi (certo, con un ruolo non-tecnico, ma lavorando gomito a gomito con ingegneri e tecnologi). E senz’altro anche io sono stata contagiata dalla filosofia della “innovazione concreta” del nostro presidente, che mette la tecnologia al servizio della società e delle imprese.
Non a caso UpSens è specializzata nel monitoraggio ambientale.
Esatto. Un tema che nell’ecosistema dell’innovazione dove siamo nati, quello del Trentino-Alto Adige, è molto sentito.
Ogni CEO ha il suo stile manageriale, e fa leva su determinati valori. Cos’è per te essere leader di un’azienda?
I valori che guidano UpSens sono quelli legati alla passione e alla soddisfazione per il proprio ruolo in azienda e per ciò che l’azienda fa. Cerchiamo di supportare la crescita di ogni nostro collaboratore e di ogni nostra collaboratrice, valorizzando le predisposizioni e le attitudini di ciascuno. In UpSens la persona evolve, perché — compatibilmente con i limiti dell’azienda, che è ancora una piccola startup — cerchiamo di confezionare ogni ruolo in base all’evoluzione dell’individuo. Questo senz’altro permette di avere persone più soddisfatte di ciò che fanno, e pronte a dare il massimo.
Puoi spiegare meglio?
Ci sforziamo di creare le condizioni ideali perché chi lavora in UpSens possa davvero lavorare al meglio. E ciò significa anche assegnare gli incarichi e i progetti in funzione non solo delle capacità e delle competenze, ma anche delle aspirazioni e degli obiettivi di carriera. Perché quando si lavora in un settore così competitivo e in rapida trasformazione come le tecnologie per il monitoraggio ambientale, hai bisogno di collaboratrici e collaboratori motivati, che al di là delle canoniche otto ore di lavoro abbiano voglia di aggiornarsi, di continuare a studiare, di dedicare talvolta all’azienda quel quid di energia, tempo e passione in più che permettono di centrare il risultato.
L’entusiasmo conta.
Certo. Naturalmente ci sono mansioni e tasks meno entusiasmanti di altri, di cui si fa carico ogni membro del team di UpSens (siamo sei, in tutto, più alcuni partner esterni), ma siamo davvero una squadra molto, molto affiatata. Se posso aggiungere anche una nota personale, devo dire che occupandomi delle HR per il gruppo Optoi sono diventata ancora più consapevole del ruolo strategico delle stesse. E infatti UpSens dedica grande attenzione a promuovere la diffusione di tecnologie e buone abitudini finalizzate a migliorare il livello di salubrità in ufficio e in altri ambienti di lavoro.
Ho iniziato lavorando nell’amministrazione e nell’ufficio acquisti di Optoi, per poi diventare responsabile risorse umane e vendite. Al contempo sono la CEO di UpSens.
Il tuo è un background umanistico-linguistico, ma oggi gestisci un team di ingegneri. Ancora una volta possiamo dire che Optoi dà spazio al talento.
Sì, in Optoi ho avuto opportunità che non si presentano in tutte le aziende. Anzi, penso sia relativamente poco comune offrire un simile spazio all’iniziativa di una singola persona. E questo mi ha consentito di trasformare in un nuovo lavoro la mia passione per la tecnologia al servizio del benessere della persona, e di coniugarla con i quindici anni di esperienza professionale in Optoi (certo, con un ruolo non-tecnico, ma lavorando gomito a gomito con ingegneri e tecnologi). E senz’altro anche io sono stata contagiata dalla filosofia della “innovazione concreta” del nostro presidente, che mette la tecnologia al servizio della società e delle imprese.
Non a caso UpSens è specializzata nel monitoraggio ambientale.
Esatto. Un tema che nell’ecosistema dell’innovazione dove siamo nati, quello del Trentino-Alto Adige, è molto sentito.
Ogni CEO ha il suo stile manageriale, e fa leva su determinati valori. Cos’è per te essere leader di un’azienda?
I valori che guidano UpSens sono quelli legati alla passione e alla soddisfazione per il proprio ruolo in azienda e per ciò che l’azienda fa. Cerchiamo di supportare la crescita di ogni nostro collaboratore e di ogni nostra collaboratrice, valorizzando le predisposizioni e le attitudini di ciascuno. In UpSens la persona evolve, perché — compatibilmente con i limiti dell’azienda, che è ancora una piccola startup — cerchiamo di confezionare ogni ruolo in base all’evoluzione dell’individuo. Questo senz’altro permette di avere persone più soddisfatte di ciò che fanno, e pronte a dare il massimo.
Puoi spiegare meglio?
Ci sforziamo di creare le condizioni ideali perché chi lavora in UpSens possa davvero lavorare al meglio. E ciò significa anche assegnare gli incarichi e i progetti in funzione non solo delle capacità e delle competenze, ma anche delle aspirazioni e degli obiettivi di carriera. Perché quando si lavora in un settore così competitivo e in rapida trasformazione come le tecnologie per il monitoraggio ambientale, hai bisogno di collaboratrici e collaboratori motivati, che al di là delle canoniche otto ore di lavoro abbiano voglia di aggiornarsi, di continuare a studiare, di dedicare talvolta all’azienda quel quid di energia, tempo e passione in più che permettono di centrare il risultato.
L’entusiasmo conta.
Certo. Naturalmente ci sono mansioni e tasks meno entusiasmanti di altri, di cui si fa carico ogni membro del team di UpSens (siamo sei, in tutto, più alcuni partner esterni), ma siamo davvero una squadra molto, molto affiatata. Se posso aggiungere anche una nota personale, devo dire che occupandomi delle HR per il gruppo Optoi sono diventata ancora più consapevole del ruolo strategico delle stesse. E infatti UpSens dedica grande attenzione a promuovere la diffusione di tecnologie e buone abitudini finalizzate a migliorare il livello di salubrità in ufficio e in altri ambienti di lavoro.
La nostra comunità di lettori conosce UpSens molto bene, ma potresti raccontare la startup in due battute a chi magari la conosce meno?
La nostra è una startup specializzata in tecnologie per il monitoraggio ambientale. Il nostro motto, infatti, è “misurare per conoscere, conoscere per agire”. Operiamo sia lato B2B che lato B2C. Inizialmente abbiamo esordito con la produzione per il mass market di tre sensori (UpSens AIR, UpSens AIR+ e UpSens WAVE) per la misurazione di parametri cruciali per la salubrità degli spazi indoor come la presenza di monossido di carbonio, di VOC totali, la concentrazione di anidride carbonica, di elettrosmog ecc. In un secondo momento abbiamo affiancato all’attività B2C un’attività B2B che ci ha dato l’opportunità di lavorare con importanti partner industriali per lo sviluppo di soluzioni IoT e non personalizzate sulle loro specifiche esigenze.
UpSens è una startup, ma è molto attiva anche sul territorio.
Certo. Abbiamo una community digitale molto vivace e proattiva con cui ci interfacciamo “analogicamente” in occasione di fiere ed eventi. Facciamo tanta divulgazione, dialoghiamo con le scuole, con la società civile, con attori dell’innovazione come Industrio Ventures, molto forte in tutto il Nordest, e con realtà di peso nazionale come Open Italy. Per noi l’innovazione vera è al servizio del benessere delle persone, per contribuire a costruire un futuro migliore per i nostri figli.
Per ulteriori informazioni su Optoi, https://www.optoi.com | contact@optoi.com
Per ulteriori informazioni su UpSens, https://www.upsens.com/ | info@upsens.com
La nostra è una startup specializzata in tecnologie per il monitoraggio ambientale. Il nostro motto, infatti, è “misurare per conoscere, conoscere per agire”. Operiamo sia lato B2B che lato B2C. Inizialmente abbiamo esordito con la produzione per il mass market di tre sensori (UpSens AIR, UpSens AIR+ e UpSens WAVE) per la misurazione di parametri cruciali per la salubrità degli spazi indoor come la presenza di monossido di carbonio, di VOC totali, la concentrazione di anidride carbonica, di elettrosmog ecc. In un secondo momento abbiamo affiancato all’attività B2C un’attività B2B che ci ha dato l’opportunità di lavorare con importanti partner industriali per lo sviluppo di soluzioni IoT e non personalizzate sulle loro specifiche esigenze.
UpSens è una startup, ma è molto attiva anche sul territorio.
Certo. Abbiamo una community digitale molto vivace e proattiva con cui ci interfacciamo “analogicamente” in occasione di fiere ed eventi. Facciamo tanta divulgazione, dialoghiamo con le scuole, con la società civile, con attori dell’innovazione come Industrio Ventures, molto forte in tutto il Nordest, e con realtà di peso nazionale come Open Italy. Per noi l’innovazione vera è al servizio del benessere delle persone, per contribuire a costruire un futuro migliore per i nostri figli.
Per ulteriori informazioni su Optoi, https://www.optoi.com | contact@optoi.com
Per ulteriori informazioni su UpSens, https://www.upsens.com/ | info@upsens.com
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